Intervista al team di Galatea Biotech Srl
13 Luglio 2021 17:54
Dott.ssa Branduardi:
GALATEA BIOTECH SRL È NATA NEL 2013 COME SPIN-OFF DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO – BICOCCA. QUAL È STATO IL SUO PERCORSO E LA SUA EVOLUZIONE FINO AD OGGI?
I primi anni di vita di Galatea sono stati impostati nel vedere se l’idea universitaria potesse svilupparsi, effettivamente, in un trasferimento tecnologico più vicino al mercato. Come asset di compagine sociale, all’inizio Galatea era molto concentrata sui soci fondatori: tre docenti di Bicocca e un ingegnere industriale. I primi anni sono stati dedicati allo sviluppo dell'innovazione dal punto di vista scientifico, quindi sviluppare un nuovo processo di produzione. Questa fase ha richiesto più tempo del previsto, e ci ha rallentato sulla fase di approdo nel mercato. Fortunatamente, per accompagnare questa nuova fase, la compagine sociale è stata rivista, e le nostre competenze scientifiche sono state completate da un gruppo di soci che ha competenze nell’ambito del management e delle start-up. Possiamo quindi dire che dopo un po’ di fatica iniziale abbiamo portato a compimento un’innovazione importante nel campo della bioplastica. In particolare con il rientro di Stefano, nel 2017, abbiamo apportato una validazione dell’innovazione scientifica e abbiamo iniziato l’innovazione di prodotto (linea che era rimasta ferma alla fase iniziale). Stefano ha sia le competenze biotecnologiche importanti per lo sviluppo del processo fermentativo e sia le competenze necessarie per lo sviluppo del materiale. Da quando è arrivato Stefano, abbiamo quindi due linee di ricerca, che stiamo portando a validazione con il crowdfunding equity in corso adesso. Riassumendo, possiamo dire che la compagine sociale fa la differenza: il team, quando lavora molto bene, ha successo. Siamo riusciti comunque a tenere l’idea di Galatea Biotech viva anche nei momenti più difficili, abbiamo tenuto duro e abbiamo ricercato una nuova compagine per ripartire. Distinguerei due fasi: una fase iniziale di lavoro scientifico ma poca realizzazione, e ora una fase di valorizzazione sia scientifica che di trasferimento.
SPIEGATECI BREVEMENTE L’IMPORTANZA DELL’ELABORAZIONE DI BIOPLASTICHE IN ACIDO POLILATTICO (PLA)
Noi crediamo che sia un momento importante per spingere sul mercato delle bioplastiche, perchè è un momento in cui sta crescendo la necessità di materiali e oggetti, così come cresce in generale la necessità di beni e servizi per la popolazione mondiale. Questa necessità pesca da un pozzo che non è infinito. In questo momento è importante portare sul mercato dei prodotti che impattino meno nell’ambiente. Quando diciamo ‘’bioplastica’’, il prefisso ‘’bio’’ può riferirsi a cose differenti ed è perciò importante fare un distinguo. Solitamente, con il termine bio materiale si intende un materiale che non deriva da fonte fossile ma da fonte rinnovabile. Molto spesso, però, quando ci si riferisce a bio, si intende la parte bio rispetto all’impatto sull’ambiente. In effetti, bio potrebbe voler dire anche biodegradabile. Le plastiche più virtuose sono quelle “bio” sia per quanto riguarda la fonte da cui derivano e sia per il fatto che sono anche biodegradabili. Mentre invece ci sono alcune plastiche che comunque derivano da fonti non fossili, ma poi la natura del polimero prevede dei legami non biodegradabili, quindi impattano sull’ambiente non ad inizio vita ma a fine vita. La bioplastica su cui noi lavoriamo è il PLA, che in questo quadrante delle bioplastiche è bio sia per l’origine che per il fine vita, ossia non deriva da fonti fossili e può essere biodegradata. In realtà il monomero di partenza (l’acido lattico) si può ottenere sia da fonti fossili sia da fermentazione microbica. Il materiale su cui lavoriamo noi è bio sia in origine (ovvero deriva da fermentazione di biomasse fresche), sia a fine vita per la natura dei legami che caratterizzano il polimero. Un altro aspetto importante da considerare è questo: un materiale plastico è formato da una matrice principale (come ad esempio il PLA), e poi ci sono gli additivi. Per gli additivi, si può fare esattamente lo stesso ragionamento. Ci sono degli additivi che sono di origine bio e che non impattano quando vengono rilasciati dalla plastica, oppure ci sono additivi che sono di origine bio ma poi impattano, o di origine fossile, e tutte le varie combinazioni. Per la formulazione dei nostri materiali noi partiamo dal PLA ottenuto per fermentazioni perché ha una matrice bio-bio. Il valore aggiunto che vogliamo mettere è che nella mescola, tutti gli additivi che vogliamo utilizzare devono avere la stessa caratteristica, ovvero la doppia valenza bio-bio. Ci teniamo tanto a questo progetto dal punto di vista scientifico perché da sempre sposa il nostro punto di partenza, la filosofia one health: questa propone una visione integrata e sistemica della salute, che tiene in conto animale-uomo-ambiente, e quindi anche lo sviluppo di servizi e prodotti sostenibili. Dall’altra parte, dal punto di vista del mercato, pensiamo anche che sia un progetto vincente: se è vero che c’è una domanda crescente per le bioplastiche, l'offerta del PLA è inferiore a questa domanda. Quindi si tratta anche di una bella opportunità dal punto di vista della strategia aziendale, che si inserisce perfettamente nel nostro know how.
PARLATECI DEL TEAM: DA QUANTE PERSONE È COMPOSTO? VOI CHE RUOLO SVOLGETE ALL’INTERNO?
In questo momento il team si è molto arricchito, per due motivi. Innanzitutto, la necessità di risolvere questioni complesse porta a parlare con professionalità differenti. Questo ci ha portato a capire che, tutte queste professionalità, in un mondo di innovazione sono importanti, perché le competenze da mettere in campo sono importanti, a maggior ragione quando sei una realtà molto piccola che all’interno non può comprendere tutte le conoscenze. Dall’altra parte, la bioplastica si inserisce in un ambito vasto, sintetizzabile nel momento di transizione verso industria 5.0, verso la sostenibilità, verso la bio economia circolare, ecc. Riguarda un’intera filiera, quindi l’opportunità di rimodulare il team è stata pensata in modo che all'interno avessimo diversi stakeholder che ci permettessero di vedere quali tematiche non dovevamo sottovalutare all’interno della nostra innovazione scientifica. Ad esempio, il CDA è composto da 6 membri. L ’Amministratore Delegato ha, come sua missione, investire, seguire e accompagnare lo sviluppo di spin-off e start-up innovative (è lo stesso Amministratore Delegato che in Bicocca segue Glass to Power). Crede in Bicocca, e ha visto nella nostra necessità di essere seguiti l’opportunità di conoscere un mondo che non conosceva ancora. All’interno del CDA ci sono dei professionisti che si occupano, ad esempio, di grant (quindi di vedere come la nostra spin-off potrebbe entrare all’interno di proposal italiani, europei, ecc). Ci sono poi degli imprenditori che operano in diverse realtà industriali sempre in settori innovativi (non necessariamente legati ai materiali).
QUALI SONO STATE LE MOTIVAZIONI CHE VI HANNO PORTATO A LANCIARE UNA CAMPAGNA DI “EQUITY CROWDFUNDING”?
Se da una parte noi crediamo molto nella nostra innovazione, dall’altra sappiamo che i momenti iniziali dello sviluppo hanno bisogno di un’iniezione di fondi. Oggi abbiamo delle idee molto più finalizzate, difatti il “crowdfunding equity” ha degli obiettivi ben precisi da raggiungere perchè sappiamo già come investire le risorse raccolte dal punto di vista del processo. C’è quindi una necessità di fondi iniziali per andare poi a sviluppare il processo nelle sue due linee prima descritte.
LA CAMPAGNA È INIZIATA IL 3/05/2021: QUALI OBIETTIVI VI ERAVATE PREFISSATI INIZIALMENTE? QUALI AVETE RAGGIUNTO FINORA?
Ci sono due linee di ricerca come detto: una che può andare a realizzarsi in una finestra temporale più ristretta (quella sul materiale) ed un’altra che invece si prefigura all’interno di un orizzonte temporale maggiore (la parte relativa al processo microbiologico). L’obiettivo minimo può supportare la linea di ricerca ad orizzonte temporale più prossimo, mentre quello massimo serve per raggiungere l’obiettivo a “lungo raggio”. L’obiettivo “minimo” è già stato raggiunto e siamo molto contenti di questo! Vorremmo davvero riuscire a valorizzare al meglio l’ultimo mese di campagna per arrivare all’obiettivo “secondo” (ovvero 600.000€), in modo da poter realizzare in modo efficace la parte relativa al processo di produzione microbica diretta di PLA. In questo primo mese abbiamo constatato molte manifestazioni di interesse sia sulla prima linea, ma anche sulla seconda. Oggi, esiste una necessità sul mercato, che la nostra idea potrebbe andare a soddisfare!
PERCHÉ INVESTIRE IN “GALATEA BIOTECH” ?
I settori biotech aprono grandi opportunità di lavoro. Questo porta sia ad un benessere per il pianeta, ma anche ad un benessere più concreto per chi potrebbe andare a lavorare in questo settore! Naturalmente è richiesta una certa professionalità, che si sta cercando di sviluppare in Italia. Personalmente ci farebbe molto piacere che la nostra realtà riuscisse a guardare “oltre i confini”: una realtà nata in Italia che riesce a farsi conoscere anche all’estero. È importante riflettere sul fatto che quando un settore “porta innovazione”, il settore tradizionale è stimolato a ricercare altrettanta innovazione. Più operiamo nel settore delle bioplastiche, più le plastiche tradizionali vengono messe in discussione! Naturalmente non possiamo pensare che nel breve termine le bioplastiche sostituiranno tutto il settore completamente. Però, pensiamo solo al fatto che ad oggi le plastiche tradizionali non guardano più solo ad un riciclo, ma ad un recupero dei monomeri di partenza, guarda caso grazie ad un processo che vede microrganismi o parti di essi di nuovo in opera!. Questo cambiamento è dato dal fatto che le bioplastiche incalzano sempre di più, così come i processi biotecnologici. Parliamo quindi di “competizioni virtuose”. Credere in Galatea Biotech vuol dire quindi spingere ed alimentare una competizione virtuosa.
Dott. Bertagnoli:
QUAL È IL CORE BUSINESS DI GALATEA BIOTECH SRL? QUALI SONO I SERVIZI ED I PRODOTTI OFFERTI?
Il core business di Galatea è legato alle biotecnologie industriali. La nostra esperienza principale è quella di sviluppare processi biotecnologici per l’industria, quindi portare innovazione nei processi industriali per la produzione di bulk e fine chemicals. Noi ci siamo focalizzati sulle bioplastiche, proprio per valorizzare l’esperienza fatta nel nostro laboratorio. Il laboratorio ha un'esperienza decennale nello sviluppo di acido lattico, quindi si è deciso di sfruttare questa esperienza per produrre bioplastiche, in particolare acido polilattico. Le due linee principali di ricerca e sviluppo sono quelle descritte precedentemente del materiale innovativo (produciamo mescole di bioplastica da vendere sul mercato) e del processo microbico biotecnologico (la produzione di PLA), a cui si aggiungono la parte dei servizi e delle consulenze che rimangono legate all’esperienza in campo universitario della Prof.ssa Branduardi, del Prof. Porro e della Prof. Sassella, soci fondatori.
PARLATECI DEL TEAM: DA QUANTE PERSONE È COMPOSTO? VOI CHE RUOLO SVOLGETE ALL’INTERNO?
La compagine societaria è un insieme di professionisti con diverse competenze. Il team esecutivo, invece, è composto da cinque/sei persone: io e la mia collega Laura Giaretta ci occupiamo della parte del materiale e dello sviluppo innovativo. Poi c’è la Presidente (la Prof.ssa Branduardi che è anche il supervisor scientifico), e il Professor Porro che è rimasto come consulente scientifico, oltre come detto il supporto per la stesura dei grant da parte del Dr Giuliana. Nella compagine abbiamo anche commercialisti che si occupano anche della parte di valorizzazione. Questa innovazione ha infatti la necessità di collocarsi in qualcosa di più complesso rispetto al semplice prodotto da
PERCHÉ INVESTIRE IN “GALATEA BIOTECH” ?
La motivazione generale consiste nel fatto che noi crediamo molto in ciò che facciamo e vogliamo fornire un cambiamento ed un aiuto alle generazioni future. In breve tempo non si potrà vedere un cambiamento vero e proprio nel mondo delle plastiche e nella loro sostenibilità, ma tutto questo è un inizio per arrivare in futuro al raggiungimento di un “bene maggiore”. La motivazione che invece riguarda più la sfera economica è che l’opportunità di mercato in questo momento è in forte espansione (si pensi alle legislazioni dell’UE, al dialogo ed alle discussioni continue sulla sostenibilità ambientale)! Noi crediamo molto nel materiale che proponiamo, perchè potrebbe essere una vera e propria SVOLTA nel settore delle plastiche (sia ad “inizio vita” ma anche a “fine vita”). Oggi pensare ad un materiale solo facendo riferimento ad una porzione della sua vita, è diventato estremamente limitante. Dobbiamo pensare a tutta la filiera che riguarda l’inizio della vita di un prodotto, ma progettarlo pensando alla sua fine vita. Vorrei concludere dicendo che spesso quando si pensa alle “biotecnologie” si pensa solo alle biotecnologie mediche (si pensi alla produzione o allo sviluppo dei vaccini). Per arrivare allo sviluppo o alla produzione dei vaccini, c’è bisogno però anche delle biotecnologie industriali, che portano in concreto alla produzione. Galatea Biotech è l’anello di congiunzione tra l’innovazione fatta a livello “universitario” (a livello di sostenibilità sulla carta) e la produzione vera e propria (la manifattura). Senza la fase di produzione, anche i vaccini non potrebbero esistere. Il nostro lavoro è quello di colmare questo GAP! Facciamo un lavoro più nascosto, ma che è fondamentale per la produzione effettiva dei beni di consumo e questa parte di produzione non è semplicemente una esecuzione tecnica, ma richiede moltissima innovazione scientifica e tecnologica.