Plastica: brutta e cattiva, ma ci serve. Impariamo ad usarla
9 Dicembre 2020 15:55 - 9 Dicembre 2020 15:55
La plastica è ovunque intorno a noi.
È uno dei temi più caldi in materia di salvaguardia ambientale.
Ma quanto la conosciamo?
Alberto Bianchi e Maurizio Crippa, due scienziati dei materiali ci hanno detto la loro sulla plastica, spiegandoci quanto sia importante essere informati in merito all’argomento.
Ciclo di vita, economia del riciclo, problemi nel riciclaggio e molto altro è stato trattato nel Webinar del 1° dicembre… vi lasciamo all’articolo e al video.
Plastica: brutta e cattiva ma ci serve. Impariamo a usarla.
Alberto Bianchi: laurea e dottorato in scienza dei materiali, ad oggi amministratore unico di Graftonica, spin off dell’Università degli studi di Milano Bicocca, che tramite l’introduzione di nanoparticelle, permette di creare nanocompositi per ogni applicazione, specie nel campo della sostenibilità ambientale.
Ma com’è fatta la plastica? La plastica appartiene alla famiglia dei polimeri ed è composta da piccole molecole diverse, i monomeri, i quali a loro volta si aggregano in catene polimeriche. Con l’aggiunta di un reticolante, queste formano dei reticoli “trasformando” la plastica in altri materiali come gomma, resine e adesivi. Quindi con piccole variazioni possiamo ottenere materiali, che la rendono elastica, leggera, resistente, modellabile, lavorabile a basse temperature, biodegradabile e riciclabile.
Quando si pensa alla plastica si pensa solo al suo impatto negativo sull’ambiente, ma tutte le sue caratteristiche la rendono un materiale utile e indispensabile per l’uomo, tanto che oggi è impiegata in moltissimi settori all’avanguardia, tra i quali la sanità.
Secondo l’esperto dovremmo imparare a conoscere meglio questo materiale per un utilizzo più consapevole, così facendo non dovremmo rinunciare alla comodità degli oggetti in plastica; semplicemente il problema non è la plastica, ma il comportamento dell’uomo nei suoi confronti.
La parola a Maurizio Crippa, CEO e founder di Gr3n:
Maurizio Crippa: una volta conseguito un PhD in scienza dei materiali presso l’università di Milano Bicocca, ha fondato Gr3n, azienda nata con l’obiettivo di migliorare il riciclo della plastica.
Facciamo una premessa, che fine fa la plastica? La plastica ha un processo evolutivo aperto e, per questo motivo, ha un impatto ambientale pazzesco. I metodi di smaltimento più utilizzati (riciclo meccanico, incenerimento e discarica) mettono un punto al ciclo di vita del polimero impedendone il riutilizzo.
Esempio del PET: il PET è la seconda plastica al mondo per consumo. Di tutto il PET utilizzato, il 33% circa viene utilizzato per fare packaging ed il restante nei tessuti e solo una piccola quantità di questo viene poi riciclato, molto spesso perché è contaminato da coloranti o altri materiali.
Gr3n, con il suo motto “Making plastic circular”, ha creato un processo di riciclo del PET non basato su una metodologia meccanica, bensì su una metodologia chimica, attraverso la quale viene depolimerizzato nelle sue due molecole base.
Ecco che quindi diventa possibile riciclare anche materiali “contaminati”.
Questo processo di riciclo permette un riciclo completo, anche del materiale di scarto del riciclo meccanico, permettendo di avere una riduzione del 67% dell’energia emessa ed una riduzione del 64% di CO2 emessa.
Per qualsiasi informazione su questo webinar o sui prossimi, potete scrivere a info@bicoccalumni.it.